DI PROF. GIULIANO BRESSA

Biocompatibilità dei materiali impiegati in edilizia e nell’arredo

Diversi materiali impiegati in edilizia e nell’arredo costituiscono la fonte principale di inquinamento indoor, poichè nella composizione dei prodotti in commercio vi sono molti componenti chimici che causano emissioni gassose, tra qui formaldeide, benzene, trielina, alcol, materiali pesanti, tutte sostanze la cui tossicità ci è nota.

Da uno studio condotto dall’EPA (Environmental Protection Agency) americana, protrattosi per oltre 10 anni, si è evidenziato che alcuni agenti inquinanti, atmosferici si concentrano maggiormente negli ambienti chiusi rispetto all’esterno, influenzando negativamente il nostro stato di salute. In particolar modo è stato osservato che i materiali da costruzione e il mobilio possono rilasciare sostanze chimiche tossiche per lunghi periodi di tempo. È il caso dei materiali isolanti a base di schiuma all’urea-formaldeide che, in alcune condizioni, come ad esempio una elevata umidità, emettono per lunghi periodi di tempo tassi elevati di formaldeide, sostanza sospettala di essere cancerogena per l’uomo.

Un’altra importante fonte di inquinamento indoor è costituita dalle vernici che vengono utilizzate in edilizia e nell’arredo. In esse generalmente sono presenti solventi tossici come ad esempio idrocarburi clorurati, xiloli, toluene, che sono tra le cause primarie di inquinamento, essendo composti organici volatili (VOC). Tali sostanze chimiche hanno in comune, oltre all’elevata volatilità, anche ‘a lipofilia, la quale ne facilita l’assorbimento per via cutanea. Esse perciò raggiungono facilmente il sistema nervoso centrale (SNC), in cui si manifestano lesioni anche irreversibili con deficit delle capacità psichiche.

Vi sono comunque in commercio vernici bioecologiche a base di componenti naturali, particolarmente raccomandate per soggetti sensibili come i bambini e le persone affette da malattie allergiche. Ad esempio esiste una vasta gamma di prodotti di protezione del legno di origine naturale, quali cere d’api, olio di lino, gommalacca, resine ed oli cotti, che risultano possedere una bassa nocività.

Per diminuire inoltre l’inquinamento interno, è bene orientare le proprie preferenze verso l’impiego di prodotti ecologici anche per quanto riguarda gli intonaci. Sono indicate a tale scopo le pitture a base di calce e le tempere a base di colla o a base di resine naturali. Esse infatti non inibiscono la traspirazione e sono esenti da effetti collaterali sulla salute. In bioedilizia vengono spesso impiegate pitture preparate unendo calce spenta ad acqua e caseina, la quale ha la funzione di collante. Questo preparato ha un’elevata capacità di assorbire l’umidità che si forma per condensa, evitando così sgocciolamenti d’acqua lungo i muri. Inoltre le tinte alla calce degradano uniformemente, per progressivo scolorimento, al contrario dei prodotti sintetici che presentano un degrado deturpante.

Per quanto riguarda i materiali bioedili, il legno è sicuramente l’ideale per molti usi nelle abitazioni. Esso è in assoluto il più sano da impiegarsi per strutture, arredamenti, pavimenti e rivestimenti. Le sue proprietà sono molteplici: molto elastico, buon isolante ed assorbente nei confronti dell’umidità. Vanno invece evitati materiali a base di cemento -amianto e schiume all’urea – formaldeide che, oltre a liberare sostanze estremamente pericolose – impermiabilizzano la casa, impedendo una sana traspirazionme e la liberazione all’esterno degli inquinanti indoor. Al contrario, i materiali biocompatibili quali il sughero, le fibre di cocco e di cellulosa presentano caratteristiche prestazionali di notevole rilievo. Ad esempio il sughero è impermeabile all’acqua e ai gas ed è un buon isolante termoacustico. Esso è pure resistente all’usura, al fuoco e all’elettricità: è atossico ed imputrescibile. Anche la fibra di cellulosa impiegata come isolante termoacustico è un materiale bioecologico che ha il pregio di costituire una valida forma di recupero specie dal punto di vista ambientale, basandosi sul riciclo di prodotti di carta dismessi.

Per quanto riguarda i pavimenti, oltre al legno, viene impiegato in bioedilizia il linoleum, il quale è costituito da un impasto omogeneo di olio di semi di lino, resine mineralizzate (coppali), resine vegetali e resine glicerofosfatiche mescolate a inerti quali farina di legno e di sughero.

L’impasto ottenuto viene pressato sulla juta e fatto essiccare per diverse settimane.

Il linoleum è un prodotto inerte, non emette sostanze nocive, è un buon isolante e facilmente pulibile resistente ed economico. Un altro materiale per rivestire i pavimenti è costituito dalla moquette, che solitamente è costituita da uno strato superficiale poliammidiche. Tuttavia tale rivestimento è sconsigliabile per coloro che soffrono di allergie essendo un vero e proprio ricettacolo di polveri ed acari. Inoltre la moquette assorbe fumo e odori per poi rilasciarli lentamente. Essa infine costituisce un ottimo terreno per la proliferazione di muffe e di microrganismi patogeni in quanto vi ristagna umidità.

Se si desidera comunque rivestire il pavimento con la moquette è consig1iabile scegliere quella naturale senza impiegare colle sintetiche per la posa, avendo l’accortezza di non camminarci sopra con le scarpe, di non fumare e di non tenere animali domestici in casa.